venerdì 23 maggio 2003

L'artista del soliloquio

Marco Cedolin

A Silvio Berlusconi, incontrastato guru della dialetticca, i contraddittori non sono mai piaciuti.
Vuoi per il fatto che detesta essere interrotto, vuoi per le difficoltà che potrebbero insorgere a seguito di domande impreviste, per chi come lui è solito recitare a memoria i discorsi che si fa scrivere da grandi esperti di comunicazione.
Così questa sera a Porta a Porta, nell'accogliente alcova del salottino bon ton di Rai 1 ha scelto, come sempre la strada del monologo per interloquire con gli italiani, che evidentemente considera una massa di semianalfabeti decerebrati e inebetiti dall'alcool.

Il cavaliere è veramente l'archetipo di quelli che saranno i capi di stato del futuro, così vero nell'impersonare il proprio ruolo di dispensatore del pensiero unico da sembrare uscito da qualche romanzo di fantascienza degli anni 50.
Così al di sopra della volgare materialità da apparire quasi una creatura virtuale fatta di pixel e non di carne e ossa come tutti noi comuni mortali.
Per i suoi sermoni non ha bisogno di una piazza, una manifestazione, un balcone o qualsivoglia luogo della madre terra deputato ad arringare la folla guardandola negli occhi.
Lui emerge dagli schermi in videoconferenza, ci gratifica con le sue esternazioni "regalate" ad Excalibur, ci catechizza con dolcezza dallo studio di Bruno Vespa, è una presenza costante dentro la nostra Tv, laddove non esistono repliche, fischi, applausi, commenti o interruzioni.
Lui cura i dettagli, la postura impettita da capitano d'industria consumato, il moto infinito delle mani che rafforza i concetti, quel sorriso da squalo dipinto sul volto a coinvolgerti nel suo delirio d'immotivato ottimismo.

Anche i concetti espressi questa sera, nel soliloquio pre elettorale sembrano mutuati da qualche rappresentazione onirica, più che da un'osservazione della realtà oggettiva.
Questo governo ha operato bene, molto è stato fatto e molto resta da fare per accrescere il benessere degli Italiani.
Sono state abbassate le tasse e 8000 miliardi in più resteranno ogni anno nelle tasche di tutti noi. Le riforme stanno migliorando la scuola, la sanità e il mondo del lavoro. L'aumentato potere d'acquisto dei cittadini non potrà che ritorcersi in un incremento dei consumi, l'occupazione sta salendo e salirà grazie agli investimenti nelle "grandi opere" e agli effetti della riforma Biagi.
Tutto questo probabilmente potrebbe avvenire se anche gli Italiani, come lui fossero fatti di pixel e vivessero nella realtà parallela di uno schermo tv, magari di quelli al plasma di nuova generazione.

Gli italiani invece, sfortunatamente, non potendo rinunciare a quel "fardello" che è il corpo umano, sono costretti a mangiare, a vestirsi, a pagare l'affitto o il mutuo, l'auto, l'assicurazione, le cure quando si ammalano e mille altre cose che fanno parte dell'esistenza terrena.
Il potere d'acquisto delle monetine che hanno nelle loro tasche si è ridotto di un terzo negli ultimi due anni, il lavoro quando c'è è sempre più precario e per sostenere i consumi attuali già calati almeno del 10% si è dovuto doparli attraverso un ricorso smodato al mercato creditizio.
Recessione, economica e culturale sono le uniche parole che potrebbero rappresentare quest'Italia ansimante d'inizio millennio, e questo anche grazie alle dissennate riforme di scuola, sanità e mercato del lavoro che la maggior parte degli Italiani avversano per molteplici e fondate ragioni.

Caro cavaliere, molto probabilmente gli italiani non la puniranno per questa situazione già alle prossime elezioni, ci vorrà tempo perchè tutti riescano a realizzare e somatizzare l'idea dei danni, spero reversibili, che lei sta producendo a questo paese, ma se posso darle un consiglio continui a restare in quel mondo virtuale che tanto le si confà.Le piazze diverranno luoghi sempre meno adatti alla sua presenza, man mano che la realtà si renderà palese agli occhi di tutti e i dissenzienti continueranno inesorabilmente a salire di numero, sarà impresa sempre più difficile prendere le generalità di tutti per poterli denunciare.

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