giovedì 30 giugno 2011

Val di Susa, domenica la riscossa

Marco Cedolin
(Aggiunte informazioni, utili per chi viene in Val di Susa)

La grande manifestazione nazionale, indetta per domenica 3 luglio in Val di Susa, potrebbe costituire il viatico per porre fine all’occupazione militare dei terreni oggetto del futuro cantiere propedeutico alla realizzazione del TAV, a distanza di appena 5 giorni dal momento in cui sono stati “conquistati”, per mezzo di una pioggia di gas lacrimogeno tossico, vietato nei teatri di guerra, ma in tutta evidenza dispensabile in quantità nei polmoni della popolazione civile.
Ed è quello che ci auguriamo vivamente, ma sarebbe profondamente sbagliato guardare alla giornata di domenica e alla “riscossa” in termini di confronto “militare” con le forze dell’ordine e vaticinare una battaglia a colpi di pietre, manganelli e lacrimogeni, come molti media mainstream sicuramente faranno.
La “riscossa” infatti non passerà attraverso uno scontro all’ultimo sangue fra cittadini e poliziotti, e questo per tutta una serie di ragioni, la prima delle quali è costituita dal fatto che le forze dell’ordine non costituiscono il vero antagonista di chi si batte contro il TAV, ma solamente il terminale deputato a veicolare sul campo le decisioni della politica. Ed è proprio nel confronto con la politica del malaffare che il popolo che si radunerà il 3 luglio avrà l’occasione per vincere la propria battaglia e riprendere possesso dei terreni stuprati, con la forza dei numeri e dell’evidenza che nessuno (neanche la peggiore consorteria politico/industriale) può nutrire l’ambizione di costruire un cantiere, contro la volontà della stragrande maggioranza dei cittadini.....

mercoledì 29 giugno 2011

TAV in Val di Susa, facciamo chiarezza

Intervista di Fabio Polese a Marco Cedolin per il quotidiano Rinascita.
I recenti avvisi di garanzia che in questo periodo sono stati recapitati ad una sessantina di persone che si battono contro il Treno ad Alta Velocità in Val di Susa, unitamente agli annunci concernenti la prossima apertura del cantiere di Chiomonte, hanno riacceso i riflettori sulla questione. Per discutere su una battaglia che stanno portando avanti - ormai da quasi 20 anni - molti abitanti della zona, abbiamo incontrato Marco Cedolin, autore di “T.A.V. in Val di Susa – Un buio tunnel nella democrazia”, edito da Arianna Editrice e parte integrante del movimento denominato “No T.A.V.”.

Cedolin, ci spieghi le motivazioni che vi spingono quotidianamente a scendere nei boschi e a bloccare fisicamente i lavori per la costruzione del Treno ad Alta Velocità con il rischio dell’incolumità fisica e penale…

La Val di Susa è una valle alpina larga mediamente 1,5 km, all’interno della quale corrono una ferrovia internazionale a doppio binario, il cui ammodernamento è terminato un anno fa, un’autostrada, la cui costruzione è stata completata nel 2000, due statali, alcune strade provinciali e un fiume. Il fondovalle è già oggi simile ad una colata di cemento senza soluzione di continuità e immaginare la presenza di una nuova infrastruttura delle dimensioni e degli impatti di una linea ad alta velocità sarebbe semplicemente pura follia.....

lunedì 27 giugno 2011

Tanto fumo, poco arrosto!

Marco Cedolin

Il fumo è quello dei gas lacrimogeni ed asfissianti, con i quali le forze dell'ordine hanno materialmente "soffocato" gli oltre 2000 cittadini valsusini che presidiavano la Libera Repubblica della Maddalena contro l'assalto della mafia del tondino e del cemento. L'arrosto quello di un cantiere immaginifico e senza futuro, che la consorteria politica tenterà di vendere all'opinione pubblica e alla compiacente UE, come la prima pietra di quel TAV in Val di Susa, nato già morto e destinato ad essere solo una fonte di guadagni illeciti, alla quale fare abbeverare animali politici e prenditori d'accatto.
Di questa nottata di trepidante attesa, fino al mattino, vissuto con i polmoni che bruciano, gli occhi accecati, ma la testa alta, rimangono molte immagini, alcune destinate a scolorire velocemente, altre a rimanere nella memoria come segni indelebili.
L'orgoglio del popolo, che anche in questa Italia votata al malaffare e all'opportunismo, trova il coraggio di mettere a repentaglio la propria incolumità fisica, per difendere la terra in cui vive e il futuro dei propri figli, riscoprendo valori che la maggior parte degli italiani hanno dimenticato. Ed è un popolo disposto a passare le notti all'addiaccio, rubando le ore alla famiglia e al lavoro, un popolo che riscopre la bellezza dello "stare insieme" e del sentirsi parte di qualcosa che travalichi l'egoismo qualunquista, ormai diventato forma mentis imperante.....

No Tav - L'attesa


Catherine

Ed è ancora attesa lassù a Chiomonte in Val di Susa. 
Sono anni che i valsusini aspettano. 
Aspettano che il progetto assurdo del treno ad alta velocità sia cestinato, che ritorni nel posto dal quale non sarebbe mai dovuto uscire, nel bidone dell'immondizia. Un progetto che, dopo essere stato studiato e ristudiato a fondo e dopo che la sua inutilità e dannosità sembravano ormai dimostrate, avrebbe dovuto essere abbandonato.
Si è sperato che la macchina - molto più pesante di un treno - politica e d'interesse si sarebbe fermata. Ma no, chi può fermare il progresso!
Ed è di nuovo nella totale indifferenza dei media che 4000 persone questa sera si sono ritrovate in una fiaccolata delle ultime ore di questa lunga attesa. Ricordano ancora, i valsusini, quando nel 2005 sono stati caricati e aggrediti dalle forze dell'ordine, e ora tutto sta per ricominciare. Ma adesso dovrebbe essere un'attesa di ancora poche ore. E io scrivo per ingannare quest'attesa...

lunedì 20 giugno 2011

La Marcegaglia che ti aspetti

Marco Cedolin
Fra le persone che nel corso della propria carriera hanno sproloquiato a vario titolo in merito all'alta velocità in Val di Susa, non poteva certamente mancare il leader dei "prenditori" d'accatto Emma Marcegaglia, intervenuta oggi all'assemblea dell'Unione industriale di Torino.
La Presidente di Confindustria, perennemente alla ricerca di contributi statali, attraverso i quali socializzare le perdite, ha dichiarato con piglio autoritario "Quando sento che per un’opera come la Tav si è creata “la libera Repubblica de La Maddalena”, dove circa 150 persone bloccano l’avvio dell’opera e l’apertura dei cantieri, penso che non sia degno di un Paese civile".
Ritenendosi in tutta evidenza titolata a stigmatizzare quello che non conosce, dimenticando che in un "Paese civile" lei e la congrega d'imprenditori che le fanno seguito, sarebbero stati mandati da tempo a lavorare sul serio, anziché "vivere alla grande" sulle spalle dei contribuenti italiani, di cui (sui numeri la buona Emma è stata male informata) le decine di migliaia di valsusini che si oppongono al TAV fanno purtroppo parte......

domenica 19 giugno 2011

La "bufala" del treno solare

 Marco Cedolin
Da alcuni giorni stanno circolando, in rete e sui giornali, fino a giungere perfino sulle pagine patinate dell'Espresso, notizie concernenti nuovi “treni solari” ad alta velocità, che sull’onda della Green Economy prometterebbero un futuro tanto verde quanto performante nell’ambito del trasporto su rotaia. Fino al punto da indurre molti giornalisti a sbilanciarsi nel vaticinare una vera e propria “rivoluzione” nel campo dei trasporti, indotta dai treni in questione, impropriamente definiti a zero emissioni.
Nonostante sia forte, anche in questa sede, la tentazione di unirsi al canto che racconta di vallate verdi e prati fioriti anche durante l’inverno, ci preme comunque portare qualche precisazione che giocoforza smorzerà gli entusiasmi, ma al contempo contribuirà a ricondurre il discorso nell’ambito della realtà.
Innanzitutto i treni in questione sono due. Quello Giapponese in via di sperimentazione a Shanghai consiste in un progetto per molti versi futuristico, basato su un treno ultraleggero a levitazione magnetica, alimentato tramite centrali solari e pale eoliche, naturalmente estranee alla struttura del convoglio stesso…..

sabato 18 giugno 2011

Il quotidiano Rinascita sostiene la banda del TAV?

Marco Cedolin
Non senza un certo stupore, leggendo come faccio spesso l'home page del quotidiano Rinascita, mi sono imbattuto in un articolo, a firma Giuspe, dal titolo "I NO TAV nel tunnel della giustizia", all'interno del quale l'autore disserta a vario titolo sulla questione dell'alta velocità in Val di Susa, oltre a documentare la notizia dei recenti avvisi di garanzia, recapitati in questo periodo ad oltre una sessantina di persone che si battono contro il TAV.
La ragione del mio stupore è da imputarsi al fatto che apprezzando in linea di massima l'onestà intellettuale con la quale il quotidiano in oggetto viene generalmente costruito e conoscendo l'avversione della linea editoriale nei confonti della manipolazione mediatica, ben interpretata da una mia intervista sul tema, che Rinascita pubblicò lo scorso dicembre, ho faticato non poco a comprendere per quale ragione nell'articolo in questione venissero dispensate menzogne a profusione, nell'evidente tentativo di distorcere la realtà.....

venerdì 17 giugno 2011

In Val di Susa inizia l'inquisizione

Marco Cedolin
Dopo avere preso atto del fatto che in Val di Susa la strategia dei manganelli non ha invero sortito alcun effetto tangibile, che prescindesse dal rafforzamento della protesta, la "banda del buco" sembra ora avere deciso di chiamare a raccolta legulei e magistrati compiacenti, per tentare di smantellare la lotta NO TAV attraverso l'uso dell'inquisizione.
Sono infatti 65 gli avvisi di garanzia, a vario titolo recapitati in questi giorni ad attivisti del movimento NO TAV, ed è di questa mattina perfino la perquisizione nella casa di Alberto Perino, bancario in pensione, da sempre in prima fila nella lotta contro l'alta velocità.
I reati ipotizzati sono in linea di massima istigazione a commettere reati, resistenza aggravata, interruzione di pubblico servizio e violenza privata e riguardano una serie di fatti accaduti nell'inverno 2010 e la sassaiola (quella delle 711 pietre contate dalla questura) dello scorso 24 maggio alla Maddalena di Chiomonte.
Curiosamente le proteste dello scorso anno, oggetto delle accuse, furono provocate (ad arte?) da una serie di sondaggi, assolutamente inutili dal punto di vista tecnico, poiché effettuati sotto i piloni dell'autostrada e dentro le discariche, messi in essere in tutta evidenza al solo scopo di generare una reazione da parte di chi contesta l'opera. Mentre la sortita notturna del 24 maggio fu condotta dalle forze dell'ordine in maniera talmente maldestra da lasciare supporre che fosse unicamente finalizzata ad istigare i manifestanti.....

mercoledì 15 giugno 2011

Meglio tagliarsi la barba o una gamba?

Marco Cedolin

La famiglia Brambilla ha un sacco di debiti con le banche. Dal mutuo contratto per acquistare la casa in cui vive a quello per l’appartamentino al mare, dalle rate delle nuove auto euro 5,  alle carte di credito argentate e dorate,  per finire con i finanziamenti “generosamente” devoluti da un paio di società finanziarie dalla bocca buona.
Negli anni passati tutti la invitavano ad indebitarsi a più non posso, dal momento che “vivere a debito” più che una moda sembrava fosse diventata una filosofia di vita.
Fino all’altro giorno, quando il direttore di banca, quello nuovo dallo sguardo severo, ha telefonato a casa per dire che così non va. Occorre impostare un severo piano di rientro che consenta una progressiva riduzione del debito, costi quel costi, ma si deve fare.
La famiglia Brambilla, riunita in salotto davanti al mega schermo lcd, inizia a prendere le proprie decisioni, gravi ma necessarie, dal momento che l’alternativa sarebbe la bancarotta.
La scuola di calcio e la nuova playstation del piccolo Enrico non si possono toccare, però si potrebbe evitare di portarlo dal dentista e di comprargli libri che in fondo neanche legge.
Per quanto riguarda Cristina, guai a toccare le lezioni di danza o mettere in predicato l’arrivo del motorino, o peggio ancora ridurre il budget per i concerti o quello per l’intervento al seno, ne farebbe una malattia.....

lunedì 13 giugno 2011

Gli italiani hanno detto NO al nucleare e all’acqua merce

Marco Cedolin
Finalmente quella che era solo una sensazione si è tramutata in realtà. Nonostante lo spostamento a giugno dei referendum, rifiutando l’accorpamento con le elezioni amministrative di qualche settimana fa, nonostante le manovre messe in campo dal governo per dissuadere la gente dall’andare alle urne, ritirando scorrettamente una legge oggetto della contesa referendaria, nonostante alchimie ed ostruzionismi assortiti, il quorum è stato abbondantemente superato ed il numero dei votanti si è assestato intorno al 57%.
Poco importa se il valore giuridico della consultazione può ritenersi relativo, così come poco importa se fra coloro che festeggiano, dopo essere saliti sul carro del vincitore, c’è un ampio bestiario politico che da sempre offre la sponda tanto alla lobby dell’atomo quanto alla mercificazione dei beni comuni.
Quello che conta è il messaggio politico adamantino che gli italiani hanno inteso mandare recandosi in massa alle urne, in barba a tutti i tentativi di dissuaderli. No alla reintroduzione in Italia delle centrali nucleari, già bocciate nel 1987 e NO alla trasformazione dell’acqua in una merce, da vendere “a barili” come il petrolio…..

venerdì 10 giugno 2011

NO TAV e decrescita

Marco Cedolin
Mi è accaduto più volte di domandarmi e sentirmi domandare quante e quali siano le consonanze fra la lotta contro il TAV che portiamo avanti noi valsusini e il pensiero della decrescita, del quale Maurizio Pallante ritengo sia uno degli interpreti più brillanti e concreti.
In realtà quando 15 anni fa qui in Val di Susa un esiguo gruppo di cittadini, esperti ed ambientalisti iniziò ad opporsi al progetto del treno veloce, concetti come quelli di decrescita o democrazia partecipata erano in Italia semisconosciuti e nessuno fra coloro che avevano intrapreso tale battaglia poteva nutrire velleità di questo genere. Né tanto meno poteva supporre che la lotta NO TAV avrebbe nel tempo acquisito una rilevanza tale da arrivare a rivestire un ruolo di “esempio” per chiunque oggi in Italia si batta contro le grandi opere e le nocività.
Coloro che per primi in Valsusa iniziarono ad opporsi al TAV erano semplicemente un gruppo di persone preoccupate per le sorti del territorio in cui vivevano, che poste di fronte ad un progetto devastante avevano iniziato ad accumulare conoscenze sull’argomento, a porsi delle domande, a sviluppare il proprio senso critico. In Val di Susa in quegli anni si stava ancora completando la costruzione dell’autostrada A32 Torino - Bardonecchia, un’opera altamente impattante per il territorio, la cui opportunità era stata giustificata attraverso il nobile proposito di velocizzare e favorire il traffico dei mezzi pesanti, liberando in questo modo le statali ed i paesi dall’ingombrante ed inquinante passaggio dei TIR. Prima ancora che l’autostrada fosse interamente terminata si stava già progettando una nuova opera ancora più enorme ed impattante che secondo le parole dei proponenti avrebbe avuto lo scopo di spostare quegli stessi TIR dall’autostrada ai vagoni dei nuovi convogli ad alta capacità. Chiaramente i conti non tornavano ed il cortocircuito logico risultava più che evidente.....

mercoledì 8 giugno 2011

Il pasticcio dei referendum

Marco Cedolin
A scanso di ogni equivoco inizio col precisare che andrò a votare SI ai referendum del 12 e 13 giugno per l'acqua pubblica e contro il nucleare, e lo farò sperando vivamente di essere in compagnia di almeno il 51% degli italiani. Non ritirerò invece la scheda concernente il quesito sul legittimo impedimento, dal momento che abrogare oggi, una legge destinata a decadere comunque prima dell'autunno, ritengo costituisca una truffa messa in piedi dai promotori, al solo scopo di fare propaganda elettorale ed incassare il relativo rimborso, soprattutto alla luce del fatto che proprio Luigi De Magistris ha nei mesi scorsi vergognosamente fatto ricorso a quella stessa legge che il suo partito domanda di abolire.
Senza nessuna esitazione mi sento pertanto in dovere d’invitare tutti gli italiani ad andare alle urne per fare sentire la propria voce, in merito a due questioni che ritengo della massima importanza.
In una società che nutra l’ambizione di definirsi civile, un bene primario come l’acqua non può venire trasformato in una merce, ma deve restare nella disponibilità di tutti, a prescindere dalla capacità economica di ciascuno.
In una società che nutra l’ambizione di sopravvivere a sé stessa e di fornire una prospettiva di futuro ai propri figli e ai propri nipoti, non esiste spazio per una tecnologia come quella nucleare che produce scorie altamente radioattive, destinate a rimanere tali per decine di migliaia di anni, ed ha già ampiamente dimostrato tutta la propria drammatica inaffidabilità......

lunedì 6 giugno 2011

Minestrone di notizie in ordine sparso

Marco Cedolin
Fra i nuvoloni neri che solcano i cieli di questa tarda primavera un poco anomala, dando quasi l’impressione che in preda a un qualche pentimento la stagione intenda rifuggire la canicola dell’estate incipiente, per tornare alla chetichella sui propri passi, anche le notizie che si affastellano disordinatamente sull’albero marcescente dell'informazione, sembrano germogli destinati ad essiccare ben prima della fioritura.
La guerra contro la Libia continua con violenza sempre crescente, mentre la copertura mediatica risulta in progressivo declino. Ora le armate dei volenterosi , dopo avere iniziato il conflitto scientemente nascosti dietro il paravento della difesa dell’incolumità del popolo libico dalle stragi mai compiute da Gheddafi, bombardano sistematicamente Tripoli, facendo strage di civili che non verranno mai “raccontati” da giornali e TV
Il tutto mentre ieri, al confine con la Siria, l’esercito israeliano ha ritenuto giusto sparare su una folla di manifestanti siriani, ammazzando 23 persone e ferendone 200, senza che la comunità internazionale o volenterosi di sorta abbiano avuto nulla da eccepire……