lunedì 3 settembre 2012

Eccoci al dunque

Marco Cedolin
Esauriti Nerone, Scipione e tutta la carneade di anticicloni africani che hanno canicolato la nostra estate, il cielo si è fatto cinericcio e le prime piogge ci hanno trasportato d'imperio all'interno di un autunno che in molti vaticinano caldo, se non caldissimo, guardandolo da un'angolazione più sociale che non metereologica.
Almeno metà degli italiani ha passato le ferie a casa, dividendosi fra il ventilatore e l'aria condizionata del centro commerciale, ma anche molti fra coloro che in vacanza ci sono andati hanno fatto timide toccate e fuga, dal momento che a furia di raschiare il fondo del portafoglio troppo spesso rimangono solamente la patente e la tessera sanitaria in cui specchiarsi.
Così il comparto turistico, intorno al quale un paese "da cartolina" come l'Italia dovrebbe basare la propria economia ben più che sull'industria siderurgica, ha subito l'ennesimo tracollo nell'ordine del 15% che tradotto nella vita reale (quella regolarmente dimenticata dagli economisti di ogni razza che preferiscono occuparsi di borsa e di spread) significherà migliaia di aziende che chiuderanno i battenti e centinaia di migliaia di lavoratori che verranno a fare compagnia a noi disoccupati....


Nonostante molti benpensanti sostengano che l'effetto taumaturgico delle riforme portate avanti dal governo di Goldman Sachs non si sia ancora manifestato, in realtà la "cura" Monti sta uccidendo il malato con eccellente tempestività e chi ancora promette e sproloquia riguardo ad immaginifiche riprese economiche e fantasmagoriche luci alla fine del tunnel, in realtà parla di fantasmi e fuochi fatui, ma lo fa con la consapevolezza di mentire.

Non occorre certo essere economisti e neppure avere una laurea, per comprendere come sia stato ormai superato il punto di non ritorno e in mancanza di un improbabile radicale sovvertimento del modello sociale basato sulla crescita, il destino di buona parte di noi non possa essere che quello di albergare sotto ad un ponte, alla perenne ricerca di un desco caldo e di qualcosa con cui coprirci.

Quest'ultima esternazione potrebbe venire stigmatizzata come un mero esercizio di pessimismo, ma è sufficiente leggere la realtà, dopo averla spogliata delle sovrastrutture posticce create dalla manipolazione dei mestieranti finanziari, per comprendere che trattasi esclusivamente di sano realismo che non necessita neppure di una capacità di lettura estremamente raffinata.

Il costo della vita continua ad incrementare in maniera esponenziale (il superamento dei due euro al litro del costo della benzina è solo la punta dell'iceberg), mentre la capacità di costruire reddito da parte dei cittadini diminuisce di pari passo.
Le retribuzioni dei salariati ed i profitti degli imprenditori si riducono, i grandi gruppi industriali e non licenziano a ritmo forsennato, dal momento che si tratta dell'unica via per consentire dei momentanei successi sul mercato azionario. Le piccole imprese e le attività commerciali chiudono i battenti (150mila attività commerciali stimate per il solo 2012) e lasciano a casa i dipendenti, privi di qualsivoglia ammortizzatore sociale. Il 35% dei giovani sono senza lavoro e la maggior parte di coloro che hanno trovato una qualche occupazione, non appena arrivata a 30 anni si aggiungerà al gruppo, perché una volta terminati gli incentivi verranno mandati a casa ad alta velocità. Chi perde il lavoro dai 40 anni in su non ha alcuna speranza di recuperare un'occupazione che prescinda da qualche lavoretto part time buono forse per comprarsi le sigarette, se i banchieri non decideranno di aumentarne il prezzo ulteriormente.

Ne consegue che il gap fra il reddito che gli italiani sono in grado di realizzare e quello necessario per condurre una vita dignitosa (pagare mutui, affitto, bollette, riscaldamento, generi alimentari, mantenimento dell'auto ecc) continua ad approfondirsi sempre più. Mentre al contempo il governo Monti continua a varare nuove riforme che di fatto trasferiscono risorse dai cittadini al sistema bancario, drenando qualsiasi bolla di sopravvivenza ancora esistente.
In parole povere sempre più cittadini stanno perdendo il lavoro, senza speranza di recuperare una qualche prospettiva occupazionale, molti fra coloro che ancora lavorano non realizzano più un reddito necessario al sostentamento, i consumi di conseguenza si riducono progressivamente, generando nuove chiusure e nuovi licenziamenti, mentre al contempo il governo continua a perseguire una politica di aumento della tassazione, destinando gli introiti (comunque calanti a causa della riduzione dei consumi e dei contribuenti) a rimpinguare le casse del sistema bancario, ormai diventato un organismo autoreferenziale che sta dismettendo le aperture di credito alle famiglie ed alle imprese. E praticando la progressiva eutanasia dei servizi al cittadino (sanità, scuola,trasporti pubblici ecc) con conseguente aggravio dei costi per ciascuno di noi.

La maggioranza delle famiglie sta ancora riuscendo a sopravvivere grazie alla stampella costituita dalle pensioni di genitori e nonni, alla vendita del patrimonio immobiliare privato, al depauperamento di quelli che usualmente venivano chiamati "risparmi di una vita". Ma ogni giorno che passa un numero crescente di persone non riesce più a pagare tutto quello che gli viene richiesto, entra nel novero degli evasori fiscali (per qualche cartella esattoriale che non può onorare) ed inizia ad essere perseguitato da Equitalia, che gli porterà via la casa in cui sopravvive o quel che resta della pensione, del salario o del conto in banca.

Sarebbero queste le basi sulle quali poggiare la prospettiva di una ripresa economica prossima ventura ed i presupposti per sproloquiare su fantomatiche luci che magicamente comparirebbero in fondo al tunnel? In fondo al tunnel l'unica luce è quella del bidone con il quale tenteremo di scaldarci, avvoltolati dentro ad un cartone consunto. Forse è arrivato il momento di prenderne coscienza ed iniziare a reagire, anche se potrebbe già essere troppo tardi.

5 commenti:

marco schanzer ha detto...

Ma il lavoro non possono rubarlo , se non rubando prima le menti . Con il lavoro , l'assenza dei loro soldi conta ben poco .Quel lavoro che va indirizzato ad una societa' e non ad un accumulo personale .
Sono 2 le cose da fare :
-cominciare subito a passare a quel lavori che producono le cose che ci servono
-organizzarsi in gruppi di amici che si sostengono tra di loro , integrando le proprie produzioni .

Di monti e compari si passi a parlare solo nelle lezioni di storia o se vengono armati alla porta .

dragoric ha detto...

Transition Towns.... ecco l'unica soluzione civile!

marco schanzer ha detto...

Alcune precisazioni :
-se e' vero , come si dice , che la cabala oligarchica ( vedremo in futuro quanto sono coesi ) vuole ridurre la popolazione...be' aiutiamoli....magari con metodi diversi...
-riduciamo anche la dipendenza da tecnologie ingestibili dalle mani e dagli occhi , impariamo come funzionano le cose che usiamo
-chi si dedica ad attivita' di promozione spirituale.....continui....magari , pero' , un metro quadro di piante d'aglio...potrebbe produrlo....per non importare quello bianchiccio dalla Cina ...

Michele De Rosario ha detto...

D'accordo su tutto caro Marco, l'unica cosa che ci resta da fare è organizzarsi per resistere, sopravvivere e .. magari contribuire a cambiare rotta. E' da tempo che in Puglia sto cercando di fondare una Società Agricola Collettiva. mi servirebbe l'aiuto di un bravo commercialista, un altrettanto bravo avvocato ed un esperto di agricoltura naturale.

marco cedolin ha detto...

Caro Michele,
se fra i lettori del corrosivo c'è qualcuno che possiede le competenze di cui hai bisogno, spero si metta in contatto con te. In ogni caso ti auguro di riuscire a dare seguito al tuo progetto.