lunedì 6 maggio 2013

Vietato vietare

Marco Cedolin
Se esiste un tratto saliente che contraddistingue gli ultimi decenni della civiltà occidentale, questo è caratterizzato dalla sempre più marcata bulimia di leggi e leggine che tentando di preservare un’immaginaria libertà collettiva ha di fatto reso obbligatorio tutto ciò che non è stato preventivamente vietato.
Nonostante fin dai tempi dell'antica Grecia si fosse realizzato come il miglior governo sia quello che riesce a mantenere l'ordine e la pace sociale attraverso il minor numero di leggi possibile, tutti coloro che hanno governato e governano le democrazie iper liberiste nelle quali viviamo, hanno deciso di procedere in senso diametralmente opposto rispetto a questa massima, calpestando in primo luogo il buon senso, prima ancora dei diritti dei cittadini.....

Chiunque abbia vissuto, come il sottoscritto, la propria gioventù a cavallo degli anni 70, percepisce con chiarezza il peso sempre crescente di una vera e propria jungla di leggi costruite con lo scopo dichiarato di preservare la libertà, mentre al contrario di fatto ne provocano l’eutanasia.

Possedere un’auto e circolare con essa è ormai diventato un sacrificio che rasenta l’autolesionismo. Fra tasse di circolazione, assicurazioni salasso, revisioni obbligatorie, controlli dei fumi, zone consentite o meno a seconda del mezzo (euro1-2-2-4-5), pedaggi per entrare nelle “città stato”, cinture di sicurezza, autovelox, telecamere, palloncini, parcheggi a ticket, quella che nell’immaginario collettivo era stata veicolata come un simbolo di libertà si è ormai trasformata in un mero esempio di coercizione all’ennesima potenza.

Ma sulla falsariga di quanto accaduto con l’auto ogni aspetto della nostra vita è stato è stato regolamentato da una marea di obblighi e divieti che orientano ogni nostra azione, rendendoci simili a tanti automi, deprivati del libero arbitrio e costretti a procedere su binari predefiniti che altri hanno tracciato per noi.
Vietato fumare, vietato vendere o consumare alcolici in orari o luoghi non consoni, vietato dare da mangiare ai piccioni, vietato sostare nei parchi la sera, portare gli zoccoli ai piedi, passeggiare a torso nudo, baciare la fidanzata, giocare a pallone in spiaggia e perfino fare i castelli di sabbia.
Obbligatorio tenere le luci dell’auto accese anche di giorno, vaccinare i bimbi, nonostante ci sia il rischio di farli ammalare gravemente, avere un conto in banca anche se non lo si vuole, compilare censimenti raccontando i fatti nostri e rendere conto a terzi del nostro tenore di vita, nonostante si tratti di un fatto privato.

Un divieto di qua, un obbligo di là, il nostro percorso è ormai simile ad un vero e proprio campo minato, dove il cittadino viene trattato alla stessa stregua di un “bambino scemo” da monitorare e controllare 24 ore su 24, affinché non compia l’errore di arrogarsi il diritto di prendere in proprio una qualche decisione.
Ma davvero l’uomo deprivato del libero arbitrio e della propria libertà, nel nome di una presunta libertà collettiva può aspirare a diventare un uomo migliore? E soprattutto può considerarsi ancora un uomo?

6 commenti:

lelamedispadaccinonero ha detto...

il futuro sarà orribile per coloro i quali hanno gli occhi aperti, i lavati di cervello invece lo adoreranno...

lelamedispadaccinonero.blogspot.it

marco schanzer ha detto...

L'unica carta che possiamo giocare , e' allestire un educazione alternativa per i giovanissimi .Ma cominciamo a pensarci post Italiani......l'Italia contiene troppi traditori , sbiorri o altro , per sopravvivere e per raddrizzarsi .Quindi un educazione non Italiana , che prevenga il tradimento , la " competitivita' "....la sudditanza , il " lavoro dipendente " che ci taglia le gambe . Per una tribu' . Perche' l'Italia non ci rispetta .

Pierre ha detto...

La nostra società ha fatto il suo tempo. Molti parlano ancora di cose che non esistono più. Occorre investire nel futuro senza discriminare il passato. Occorre pensare un nuovo modo di vita. Ma dubito ne saremo capaci.

andreaechorn ha detto...

Buongiorno, due righe giusto sul soggetto "conto in banca". È possibile ricevere uno stipendio in contanti sotto una certa soglia che qui in Francia è di 1500 euro. Informandomi ed informando chi, con coscienza o non, cercava di convincermi dell'impossibilità d'essere pagato in tal modo, ho potuto, grazie comunque alla volontà del datore di lavoro, riscuotere il salario in liquidi restando sotto la cifra legale (dovendo rinunciare tra l'altro a qualche centinaio di euro). È un conformismo soffocante.

nonno enio ha detto...

il mondo comunque è sempre fatto a scale e c'è sempre chi scende e chi sale... e' solo questione di culo!

Psix ha detto...

Salve. Seguo da anni Marco Cedolin. come mai non ci sono piu' aggiornamenti ne' su questo ne' su altri blog? Grazie