lunedì 16 marzo 2015

Politica e grandi poteri

Marco Cedolin

L'arresto di Ercole Incalza, avvenuto stamattina su richiesta della procura di Firenze, per illeciti collegati all'alta velocità ferroviaria e più in generale alle grandi opere, induce a fare una piccola riflessione, non solamente sul personaggio in questione, ma anche (e soprattutto) su un sistema politico/mafioso dove i farabutti vengono sistematicamente premiati con incarichi di potere......

Incalza, già arrestato nel 1998, quando era amministratore delegato di TAV S.P.A. ha attraversato indenne 7 governi e 14 inchieste, continuando a rivestire ruoli della massima importanza nell'amministrare (pro domo sua e degli amici) la cosa pubblica. Mentre i cittadini che protestano contro la distruzione del territorio in cui vivono, dell'aria che respirano e dell'acqua che bevono, vengono lasciati a marcire in galera, molti tristi figuri come Ercole Incalza possono permettersi di continuare a rivestire ruoli di prestigio e di potere, quasi le inchieste e le accuse non fossero altro che medaglie al merito sulle quali costruire le proprie carriere.

Ecco quanto scrivevo sull'argomento nel 2006, all'interno del libro "TAV in Val Di Susa" edito da Arianna Editrice, quando i premier si chiamavano Prodi, D'alema o Berlusconi ed i ministri Lunardi e non Lupi, ma la storia si manifestava già, come sempre la stessa.

POLITICA E GRANDI POTERI


La politica e le grandi oligarchie di potere sono dunque legate in maniera indissolubile in un intreccio fatto di connivenze fra manager pubblici e privati, di omertà, di conflitti d’interesse, di corruzione.
La storia dell’alta Velocità ferroviaria è costellata, come abbiamo visto, d’inchieste giudiziarie che hanno coinvolto a vario titolo uomini politici, manager pubblici e privati e perfino elementi della magistratura. Fra loro spiccano i nomi di personaggi importanti quali Lorenzo Necci, Pacini Battaglia, Ercole Incalza (attuale consulente del Ministro Lunardi), Vincenzo Lodigiani, Emilio Maraini (attuale consigliere per gli affari internazionali del Ministro Lunardi) e il Sostituto Procuratore Giorgio Castellucci.
Anche la società bolognese Nomisma, fondata da Romano Prodi fu indagata dal Pubblico ministero Geremia di Roma per una consulenza miliardaria sull’Alta Velocità, commissionata nel 2002 dalle Ferrovie di Stato. Nei 39 volumi che componevano detta consulenza si potevano leggere considerazioni di alto valore tecnico/scientifico quali
l’assioma secondo il quale “il beneficio dell’Alta Velocità è la velocità” o la verità da tutti consaputa che “la velocità consente di risparmiare tempo.” L’inchiesta del p.m. Geremia venne poi in seguito archiviata.
La sensazione resta però quella che si sia trattato solo di episodici incidenti di percorso che non sono stati minimamente in grado d’intaccare la complessa architettura globale del progetto.
Un caso eclatante di conflitto d’interessi, finora inspiegabilmente mai contestato da nessuna autorità è quello che riguarda l’attuale Ministro alle Infrastrutture e Trasporti Pietro Lunardi e l’azienda di famiglia Roksoil fondata nel 1979 e da lui ceduta alla moglie e ai figli l’11 giugno 2001.
Lunardi è stato il massimo artefice della Legge Obiettivo che nell’intento di accelerare le opere pubbliche ha smantellato le regole e le procedure per la valutazione d’impatto ambientale, nonché eliminato il coinvolgimento e il controllo da parte delle comunità locali. Si è sempre dichiarato acerrimo sostenitore dei progetti delle Grandi Opere, fra le quali l’Alta Velocità/Capacità Torino – Lione da lui stesso definita progetto imprescindibile e irrinunciabile, annovera fra i suoi consiglieri personaggi pesantemente indagati dalla magistratura, quali Ercole Icalza ed Emilio Maraini ed ha alle spalle una carriera alquanto singolare che lo ha portato spesso a ricoprire ruoli in netto contrasto fra loro.
Lunardi fu consigliere di Giovanni Goria a Palazzo Chigi negli anni d’oro del costruttore DC Leonardo Logarini (uomo passato alla storia per avere impiegato ben 30 anni per costruire 7 km di tangenziale ad Ancona) poi braccio destro di Remo Gaspari durante l’alluvione in Valtellina, membro della commissione Grandi Rischi con Vito Lattanzio e progettista per
conto dell’allora sindaco Francesco Rutelli per la metropolitana di Roma. Nel 1999 fu nominato Presidente della commissione d’indagine sul disastro del Monte Bianco, mentre contemporaneamente deteneva il ruolo di Presidente della Spea (società di servizi del gruppo autostrade). La Spea appena un mese prima aveva firmato con la Roksoil il progetto esecutivo per l’autostrada della Val Trombia e la ristrutturazione del traforo. Divenuto poi ministro del Governo Berlusconi bloccò il decreto Nesi che proibiva il tunnel monotubo in Val Trombia, salvando in questo modo le progettazioni in corso realizzate dalla sua società.
La società Roksoil ha fornito la propria consulenza e assistenza al consorzio Cavet per il progetto dell’Alta Velocità ferroviaria Bologna – Firenze, interessandosi in modo particolare di 11 gallerie. Per ovviare al problema conseguente all’indagine giudiziaria che aveva portato alla luce notevoli danni ambientali nella zona del Mugello, conseguenti allo smaltimento del materiale inquinante estratto dalle gallerie, Lunardi inserì in un decreto legge la regola secondo la quale le terre e le rocce da scavo anche di galleria non costituiscono rifiuti anche se contaminate da sostanze inquinanti derivate dall’attività di escavazione, perforazione e costruzione.
Sempre Lunardi fu protagonista, insieme al suo vice Ugo Martinat e Vincenzo Procopio, titolare della STI s.r.l. e socio della STEF (la società che progettò l’autostrada Torino –
Bardonecchia) di un rapporto della Divisione Investigativa Antimafia (DIA) datato luglio 2004 e reso pubblico dal quotidiano Repubblica nel mese di dicembre dello stesso anno. In tale rapporto si faceva riferimento ai contenuti di alcune intercettazioni telefoniche operate nell’ambito delle indagini su eventuali infiltrazioni mafiose, concernenti gli appalti per il tunnel esplorativo di Venaus. In tali intercettazioni che riportano le conversazioni intercorse fra vari manager pubblici e privati si fa riferimento alla lotta senza esclusioni di colpi, portata avanti da varie società nell’intento di aggiudicarsi l’appetitoso appalto. Si parla di una “talpa” della commissione di Venaus che avrebbe avvisato anticipatamente le imprese interessate, si attribuisce a Procopio il ruolo di “cassiere” di Ugo Martinat, si menziona la società Roksoil.
Il 20 dicembre scorso, la Camera dei Deputati ha deliberato di negare ai giudici torinesi che conducono il procedimento in corso nei confronti del deputato Ugo Martinat, l’autorizzazione all’utilizzo delle intercettazioni telefoniche, dimostrando una volta di più quale granitico sodalizio leghi la classe politica italiana.

Dopo essere diventato ministro, Lunardi si preoccupò, come abbiamo già detto, di trasferire la proprietà della Roksoil ai figli e alla moglie, nel tentativo di superare “in famiglia” l’evidente conflitto d’interessi creatosi. Egli inoltre affermò come fosse sua intenzione portare avanti in Italia le sole commesse già acquisite prima dell’incarico governativo, tra le quali la metropolitana di Napoli, quella di Roma e alcune opere autostradali e ferroviarie. Contrariamente a queste dichiarazioni la società Roksoil nel 2002 è stata incaricata della progettazione del tunnel della linea ferroviaria Alta Velocità/Capacità Torino – Lione, come si può evincere dal bilancio societario del 2002, comparso su Milano Finanza nell’agosto 2003. Anche in questo caso è stato utilizzato un sistema di scatole cinesi, in quanto la committente originaria è la società francese LTF che ha incaricato del progetto la società francese Effage, la quale a sua volta ha incaricato la Roksoil. In realtà però la committente LTF è controllata in parti eguali dalla francese RFF e dall’italiana RFI (Rete Ferroviaria Italiana) che è a sua volta controllata da FS s.p.a. ovvero direttamente dal governo italiano. Giova ricordare che proprio il governo italiano, nella persona del Ministro Lunardi ha ritenuto tale progetto strategico, inserendolo di fatto nella lista delle opere oggetto della Legge Obiettivo. Tale progetto è stato inoltre oggetto di procedura di valutazione d’impatto ambientale e sottoposto al CIPE, di cui fa parte il Ministro Lunardi stesso, per l’approvazione del progetto preliminare.
 
Durante il semestre di Presidenza Europea italiana, Lunardi, in veste di Presidente del consiglio dei Ministri Europeo è stato anche chiamato a giudicare la valenza politica di un progetto tecnico come quello dell’Alta Velocità Torino - Lione in cui compartecipa la società di famiglia Roksoil.

 

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