mercoledì 19 luglio 2017

La mafia è qui

Marco Cedolin

Ogni volta che come oggi ricorre l'anniversario della strage di via D'Amelio, nella quale venne assassinato il giudice Paolo Borsellino, così come quando cade l'anniversario dell'attentato di Capaci in cui venne massacrato il giudice Falcone, tutto il bestiario politico appollaiato nella porcilaia delle istituzioni si sente in dovere di prodursi in esternazioni di dubbio gusto su quanto la mafia sia un pericolo ferale da combattere con ogni mezzo, su come sia necessario fare luce al più presto dove non si è accesa neppure una candela in 25 anni, su come vada incentivata la cultura della legalità e tante altre amenità sui generis....
utili per rinfoltire il già corposo novero dei luoghi comuni, attraverso i quali c'è perfino chi è riuscito a costruire ricchissime carriere letterarie o chi si reca a Latina per condurre in porto le proprie antistoriche battaglie personali.

Ma la mafia purtroppo non è, come questa pletora di cineasti incollati alla poltrona vorrebbe indurci a credere, un qualcosa di estraneo al Paese e allo Stato, quasi si trattasse dell'Isis o di un'organizzazione terroristica che vive di vita propria.

La mafia è qui fra noi, più viva e vitale di quanto non lo fosse 25 anni fa ed alligna con profonde radici in quelle stesse istituzioni che ogni anno dispensano proclami roboanti promettendo di combatterla.

La mafia vive e prospera all'interno delle banche che dissanguano il paese, negli appalti del TAV e delle grandi opere, nelle cooperative che lucrano miliardi sull'immigrazione piu redditizia della droga, nelle leggi create ad arte per favorire questo o quel gruppo di potere, nella svendita incondizionata di ogni briciola di sovranità nazionale.

La mafia è qui e ad ogni anniversario di una strage mafiosa si riempe la bocca parlando della mafia e di come la combatterà senza tregua negli anni a venire, quando riparlerà di mafia e di legalità perpetuando sé stessa.

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