domenica 23 luglio 2017

Venezuela sempre più nel mirino

Marco Cedolin

Non è un mistero il fatto che dopo la morte di Chavez gli Stati Uniti e l'Occidente abbiano percepito la maggiore vulnerabilità di un Paese come il Venezuela, da lungo tempo inviso a Washington, cambiando di conseguenza le strategie per sovvertirne la leadership e riportarlo nell'alveo dei propri servitori.
Se ai tempi di Chavez, forte di un consenso popolare plebiscitario, l'unica strada percorribile era quella dell'annientamento fisico del leader, probabilmente andato a buon fine, oggi le cose sono cambiate. 
Maduro, pur continuando a procedere nel solco del suo predecessore non possiede certo lo stesso carisma e la medesima popolarità, rendendo di fatto praticabile la via della rivoluzione colorata un tempo preclusa....

Agendo in questa direzione gli Usa hanno già iniziato da tempo a rendere "fertile" il terreno, creando malcontento nel Paese e sabotando la distribuzione dei generi alimentari.

Di pari passo con queste operazioni interne, volte a creare caos e screditare il governo in carica, Washington ha anche ottenuto la collaborazione dei grandi media internazionali per trasformare nell'immaginario collettivo occidentale il governo Maduro in un regime sanguinario che opprime il popolo.

Questa seconda parte dell'operazione, assai più sottile della prima, viene portata avanti con un'infinita sequela di articoli di secondo piano, tendenziosi e finalizzati unicamente allo screditamento di Maduro, del suo governo e dei suoi sostenitori, spesso definiti "squadristi chavisti".

Ultimo fra tutti, oggi presente su ogni giornale, quello del ferimento del "violinista della libertà" da parte della polizia che avrebbe sparato proiettili di gomma. Peccato che Wuilly Arteaga, il violinista in oggetto, non sia altro che uno dei facinorosi impegnati nel contestare duramente il governo e sia semplicemente vittima di quei rischi che si corrono in ogni paese qualora si fronteggi violentemente la polizia.

Se le gesta del "violinista delle libertà" vengono cantate con tanta enfasi dai media nostrani, per quale ragione lo stesso trattamento non è stato riservato agli studenti, agli ambulanti, ai tassisti, agli operai, ai NO TAV ed a tutti i contestatori che in Italia hanno osato alzare la testa, ricevendo in cambio oltre a lacrimogeni e manganellate anche le bastonate mediatiche dei giornalisti che li definivano facinorosi e violenti?

Probabilmente perché non li mandava Washington.

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