venerdì 25 agosto 2017

Predatori e prede

Marco Cedolin

Quanto sta accadendo in Brasile, dove il presidente Michel Temer ha abolito la National Reserve of Copper and Associates, aprendo di fatto la strada alle trivellazioni in un’area ricca di minerali e metalli preziosi che si estende per oltre 46mila chilometri quadrati, a cavallo degli Stati settentrionali di Amapa e Para, si prospetta come una delle più grandi devastazioni della storia, sia a livello ambientale che a danno delle comunità indigene che vivono nel territorio....

Nonostante nell'immaginario collettivo la pratica del colonialismo predatorio costituisca uno scomodo retaggio del passato, proprio quanto accade in Brasile ci dimostra impietosamente che non è affatto così.

Attualmente i popoli indigeni che vivono nel mondo ammontano ad alcune centinaia di milioni di persone e la metà di loro è classificata come popolazione tribale. Formalmente la legge garantisce loro i diritti che dovrebbero appartenere ad ogni individuo, ma in molti casi tali diritti restano un'illusione stampata sulla carta.

Nell'Africa meridionale i Boscimani vivono da tempo immemorabile nelle loro terre, praticando l'autoproduzione, in un rapporto simbiotico con l'ambiente naturale che li circonda. La scoperta di nuovi giacimenti di diamanti nei territori da loro occupati ne ha determinato la deportazione all'interno di campi di reinsediamento dove sono costretti a vivere come profughi, deprivati del diritto di condurre la propria esistenza così come avevano fatto per millenni.

In Etiopia i popoli della valle dell'Omo, circa 200.000 persone che da secoli vivono nel proprio territorio praticando un'agricoltura di sussistenza favorita dalle piene naturali del fiume, stanno perdendo la propria indipendenza e sicurezza alimentare a causa della costruzione della mega diga Gibe III (ad opera della società italiana Salini Costruttori) che stravolgerà pesantemente l'ambiente in cui vivono, più di quanto non abbiano già fatto finora le coltivazioni intensive finalizzate alla produzione di biocarburanti imposte dal governo.

Nella foresta amazzonica del Perù vivono almeno 15 tribù indigene che non hanno finora avuto nessun contatto con il mondo esterno, si tratta prevalentemente di cacciatori/raccoglitori semi nomadi che vivono in piccoli gruppi famigliari e si spostano frequentemente all'interno di un territorio circoscritto. Le compagnie petrolifere ed i taglialegna illegali stanno mettendo a repentaglio non solo l'integrità dell'ambiente in cui conducono la propria esistenza, ma anche la loro stessa possibilità di sopravvivenza, dal momento che non possiedono difese immunitarie nei confronti delle malattie occidentali e qualsiasi contatto rischia di essere per loro letale.

In Guatemala, a causa della costruzione della diga Chixoy che sorge sull'omonimo fiume ed ha iniziato la propria attività nel 1983, migliaia di abitanti in gran parte indigeni Maja Achì da sempre dediti all'agricoltura e alla pastorizia vennero privati delle loro terre e deportati all'interno di villaggi allestiti dalle autorità militari. Negli scontri determinati dal rifiuto delle popolazioni indigene di abbandonare le terre in cui vivevano vennero trucidate 487 persone, fra cui numerose donne e bambini.

Ma gli esempi potrebbero essere innumerevoli, in Australia la popolazione aborigena, dopo essere stata decimata nel corso di un solo secolo dalla colonizzazione, oggi vive in condizioni disumane spesso nelle periferie più degradate delle città. Nel Brasile nord orientale gli indigeni Awà lottano quotidianamente per la loro sopravvivenza minacciata da allevatori e taglialegna al servizio delle compagnie occidentali, così come al confine fra il Brasile ed il Venezuela gli indigeni Yanomami combattono contro i cercatori d'oro o in Africa circa mezzo milione di Pigmei tenta di sopravvivere con ogni mezzo alla predazione sistematica che viene compiuta sulle proprie terre nel nome del progresso.

Anche nel mondo moderno, ogni qualvolta nei territori in cui vivono esistano risorse degne di un qualche interesse, i popoli indigeni continuano purtroppo ad essere depredati, vessati e violentati senza alcuna pietà.

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